giovedì 23 novembre 2017

Una nuova Amica nella mia Cucina: l'Alga Spirulina

Nonostante l'apparente novità, non sono del tutto nuova all'utilizzo di alghe e/o "superfoods" nella mia alimentazione.
Un paio di anni fa, infatti, avevo fatto un periodo in cui assumevo regolarmente erba d'orzo ed alga spirulina, e devo dire con evidenti benefici sulla mia salute.
I motivi per cui ho smesso sono stati essenzialmente di carattere economico (entrambi, almeno ai tempi, costavano un'esagerazione: ricordo che un barattolo piccolo di erba d'orzo mi costava più di 50 euro!!!) e perchè, ammettiamolo, il gusto mi faceva un pò schifo e non sapevo come inserirle nei miei pasti senza avere l'impressione di "rovinare" il cibo su cui mettevo la polvere.
Per questo,le prendevo mescolate all'acqua e vi giuro che il risultato era un intruglio imbevibile!
Così ho smesso, e il mio corpo si è rapidamente "dimenticato" di quanto quelle polveri verdi e ricche di clorofilla, vitamine, minerali e antiossidanti lo facessero stare bene.


Del tutto casualmente, parlando con un mio collega, è emerso l'argomento "spirulina" e nella mia testa si è riaccesa una scintilla.
Sempre casualmente, nell'ultimo periodo stavo facendo particolarmente fatica a digerire e ad assimilare le proteine del siero che sto prendendo più o meno da sei mesi: dopo aver bevuto un frullato proteico mi sentivo sempre gonfia, con la nausea e un pò stordita, sintomo che qualcosa non stava funzionando a dovere.


Per cui, armata di buona volontà, mi sono recata all'Esselunga e ho acquistato una confezione di alga spirulina in polvere, con l'intenzione di sostituirla alle proteine del siero all'interno dei miei frullati della colazione e del pranzo.




Non avevo memoria del sapore dell'alga, per cui non avevo idea di come si sarebbe potuta sposare con banane, cachi, mele, pere e mango; per avere qualche spunto, ho cercato su internet e mi sono usciti decine di siti con ricette di frullati alla spirulina, e devo dire che la gente la ficca veramente dappertuto e in abbinamento a qualsiasi cibo, dal dolce al salato alla spezia!
Questo mi ha confortato non poco: difronte ad "estrosità" quali il frullato di spirulina+ ananas+ gambo di sedano+ radice di zenzero+ cannella...un "semplice" e modesto frullato spirulina+banana+caco non dovrebbe fare un grosso danno al mio organismo!  


Saggiamente, ho deciso di sperimentare la spirulina durante il week-end, quando ero a casa, in modo da poterne gestire più facilmente eventuali effetti "collaterali" (leggi mal di pancia e "caghetto").
E ho fatto bene, anzi, benissimo, in quanto, circa un'ora dopo l'assunzione, mi sono dovuta precipitare in bagno ad evacuare come se non ci fosse un domani!


Niente di grave: avevo solo toppato alla grande le dosi!


Infatti, senza dare retta agli avvertimenti letti su internet ("si consiglia di iniziare gradualmente con una punta di cucchiaino da tè o un cucchiaino raso") io, che su certe cose sono priva di cognizione, ne ho messo un cucchiaino bello pieno, oserei dire strabordante, e il frullato che ne è uscito era qualcosa di assolutamente VOMITEVOLE!!!


Subito dopo la seduta in bagno, sono tornata in cucina con la mezza idea di cacciare nel rudo i 4 euro di spirulina e di tornare alle mie proteine del siero, ma poi mi sono fermata e mi sono detta: magari proverò a darle un'altra chanche!


La mattina successiva ho consumato il consueto frullato con le proteine del siero, accompagnato dal consueto gonfiore. Vabbè.


A pranzo, però, ho voluto ritentare la sorte e, al posto delle proteine del siero, ho messo un cucchiaino scarsissimo di spirulina, ho frullato il tutto (avevo messo banane, un caco, una pera kaiser e un paio di datteri) e ho versato quel composto denso e verde brillante nella mia ciotola, guardandolo un pò in cagnesco, memore dell'esperienza del giorno prima.


Ne ho assaggiata una punta...e devo dire che non mi è dispiaciuto affatto!
Ne ho messa in bocca una bella cucchiaiata...ed è stato il "PARADISO ALL'IMPROVVISO"!!!
AMORE A PRIMA VISTA! (anzi, a seconda vista...)
Non avevo mai mangiato nulla di più buono, saziante ed appagante, e mi sono ritrovata a sbafare letteralmente una ciotola di frullato alla velocità della luce, con voracità, come un animale affamato.
Mamma mia, una delizia unica!
Quando l'ho finito ci sono rimasta malissimo, perchè ne avrei mangiato ancora e non vedevo già l'ora che arrivasse il mattino successivo per farmene un altro!
Finalmente ho capito perchè tutti ne fossero così entusiasti: dosata come si deve, la spirulina è veramente buona e trasforma un anonimo frullato in un pasto cremoso, denso, gustoso e di questo bel colore verde/blu che ti fa venire il luccichio agli occhi!
Questa mattina l'ho decorato con frutta secca e con una spolverata di farina di cocco...TOP, una roba per la quale non ci sono parola, bisogna mangiarla per rendersene conto!
Fatto sta che sono stata di ottimo umore per tutta la mattina, nonostante le consuete menate dell'ufficio.
E niente gonfiore addominale, finalmente.
Adesso, la spirulina ha soppiantato di netto le proteine del siero, di cui non ne sento affatto la mancanza; il mio palato, infatti, si sta abituando ad apprezzare i gusti "naturali" della frutta e dell'alga, senza quell'alterazione, gradevole ma artificiale, conferita dagli edulcoranti contenuti nelle proteine.
Le mie colazioni e i miei pranzi sono diventati più salutari, naturali, addolciti dalla sola frutta e dai datteri, senza sostanze sintetiche ad alterarne gusto e consistenza. 
E devo ammettere che, nonostante la mia passione per le proteine e per i "barattoloni" di integratori, corpo e mente mi stanno ringraziando per questa scelta.
Alla prossima


Francesca di Sport&Sapori

venerdì 10 novembre 2017

Le Vacanze...queste sconosciute!

Oggi vorrei fare un paio di riflessioni sulle vacanze e sui motivi per cui io non ne faccio dal 2015 (per mia scelta, non per necessità economiche o di salute).


Premetto che da piccola ero una grande fan delle vacanze, anzi, non vedevo l'ora di partire quando c'era in programma un soggiorno da qualche parte, che fosse al mare, in montagna, al lago o all'estero...mi andava bene tutto, l'importante era salire in macchina e lasciarsi trasportare nel clima "vacanziero"!




Tutto questo finchè, appunto, si trattava di andare "a traino" dei miei genitori, per cui il mio unico impegno era quello di fare la valigia, stare buona in macchina e godermi la vacanza.
Punto.
A tutto il resto, ovviamente, ci pensavano mamma e papà.


Poi sono cresciuta, e con l'età sono aumentati anche gli "sbattimenti" in materia di organizzazione delle vacanze.
Se prima eravamo noi tre, il cane e la nostra macchina, una volta diventata adolescente da tre si è passati ad almeno dieci (gli amici, i compagni di classe etc.) e gli spostamenti, da comodi quali erano sulla OPEL di papà, sono diventati dei veri e propri incubi sugli interregionali di Ferrovie dello Stato.
Per non parlare della qualità degli alberghi in cui alloggiavamo; io, abituata ad hotel cinque stelle in cui venivo servita e riverita e in cui si mangiava da Re, mi sono ritrovata a dormire in squallide pensioni a due stelle sulla riviera romagnola e a mangiare, quando eravamo fortunati, pasta al pomodoro scotta e mozzarella. 
Certo, quando hai sedici anni ti va bene tutto, l'importante è stare in compagnia e fare del casino.
Ricordo come se fosse ieri i rientri dalle discoteche di Riccione alle 4 del mattino, con le scarpe in mano perchè avevamo i piedi distrutti e le soste a mangiare piadine super-farcite, per poi crollare a letto e svegliarsi a mezzogiorno rincoglioniti e con la nausea (perchè una piadina mangiata alle 4 del mattino non è esattamente la cosa più leggera che puoi spedire nello stomaco!).


Un'altra vacanza che ricordo con immenso piacere è la vacanza-studio a Cannes, anno 1996, subito dopo la maturità classica: molto vacanza e poco studio, ad essere sinceri, perchè, sebbene fossi lì per imparare la lingua, si finiva sempre col parlare italiano.
Io e la mia amica Elisa eravamo ospiti di una signora sulla cinquantina, un'infermiera che viveva da sola in una bella casa sulle colline di Cannes; forse aveva un gatto, ma non ricordo con esattezza.
Vivendo in casa con lei, non potevamo certo fare le stronzate che facevamo a Rimini e a Riccione, però ci siamo comunque difese bene, poichè siamo riuscite a dare alla povera signora una certa dose di preoccupazioni.
Secondo me, dopo di noi la signora ha smesso di ospitare studenti di liceo!
Rircordo che, al mattino, ci faceva trovare per colazione delle baguettes appena sfornate, burro fresco, marmellate e immense tazze di latte caldo che mi facevano andare di corpo come se non ci fosse un domani; il pranzo era sempre "al sacco" (come previsto dal programma dell'ente organizzatore) e consisteva in un panino gigante farcito con tutto e di più: tonno, insalata, mozzarella, pomodori, maionese, salume...una roba pesantissima tanto che, dopo averla mangiata, l'unica opzione accessibile era quella di crollare in spiaggia a pancia in giù a smaltirne il carico glicemico.  
"Fortunatamente" (e sottolineo le virgolette) alla sera avevamo modo di rifarci con deliziose cenette preparate dalla padrona di casa e consumate in cucina con lei, nel tentativo di fare una conversazione (ovviamente in francese) che stentava sempre a decollare.
La mia amica Elisa ci metteva più impegno di me nel cercare di instaurare un "feeling" con la nostra ospite, mentre a me, proprio, non me ne fregava niente.
Le cenette, poi, erano decisamente scarse, a riprova che la signora non doveva essere una gran cuoca.
Spesso, infatti, io ed Elisa ci alzavamo da tavola con la fame per cui, con la scusa di incontrare gli amici, uscivamo di casa e ci infilavamo in qualche creperia a farci di crêpes alla Nutella o in gelateria a prendere vaschette giganti di Haagen-Dazs alla stracciatella (il nostro gusto preferito).
Devo ammettere che, in quel periodo, mi sono divertita parecchio: tra i sedici e i vent'anni, questo è esattamente il tipo di vacanza che uno desidera trascorrere.


Tra i venti e i ventiquattro anni c'è stata la fase Milano Marittima e Papeete Beach, in cui, in compagnia della mia amica Suly (diminutivo di Suleyma), mi piaceva fare la fighetta in abiti attillati e tacchi vertiginosi, sculettando per i locali di Milano Marittima alla caccia perenne di qualche bel ragazzo, anch'egli fighetto, possibilmente.


A venticinque anni mi sono stufata di fare quella vita insulsa (anche perchè, nonostante tutto il mio impegno, il ragazzo fighetto non l'avevo ancora trovato!!!), ho piantato in asso l'università ed ho iniziato a lavorare; sono uscita di casa, mi sono trasferita in un delizioso monolocale che mi costava 500 euro di affitto più le bollette, per cui ben presto mi sono ritrovata con pochi soldi da sputtanare in vacanze.


Nel frattempo ho conosciuto Lorenzo, fidanzato storico con cui sono stata sette anni, amante dei viaggi e degli aerei, il quale mi ha portata in giro per tutta Europa, a New York e in Messico.
Ogni estate una meta diversa, rigorosamente da raggiungere in aereo; guai a proporre a Lorenzo una destinazione a portata di automobile: per lui, quella, non si poteva definire "vacanza"; per lui, "vacanza" significava solo interminabili controlli ai check-in (tra l'altro erano gli anni immediatamente successivi all'attentato delle Torri Gemelle, con ancora tutto il mondo occidentale terrorizzato e impreparato ad affrontare la minaccia del terrorismo islamico), voli con almeno due o tre scali (perchè costavano meno) e fusi orari da smaltire.
Io lo seguivo per inerzia, ma iniziavo già a stufarmi, poichè tornavo a casa più stanca di quando ero partita e il rientro in ufficio era regolarmente un incubo.
Sempre più spesso mi trovavo a rimpiangere le spensierate e rilassanti vacanze che trascorrevo con i miei genitori; dopo un anno di duro lavoro, infatti, sentivo il bisogno di riposare, di ricaricare le pile, mentre le vacanze con Lorenzo erano dei veri "tour de force" per i quali non ero (e non sono) geneticamente predisposta. 
Per lui erano viaggi entusiasmanti, per me erano solo delle sfacchinate in cui si dormiva poco e si mangiava male.


Nel 2009, per svariati motivi che non ho intenzione di trattare in questo post, io e Lorenzo abbiamo preso strade diverse, e da quel momento non ho più messo piede su un aereo, e devo dire che non mi manca per niente.


A partire dal 2009, quindi, le mie vacanze sono tornate ad essere "semplici": destinazioni raggiungibili in auto, comodità, buon cibo, tante letture e riposo.
Finalmente avevo ritrovato la mia dimensione, era come ricominciare a respirare dopo una lunga fase di apnea.


Tuttavia, c'era ancora qualcosa che non andava, qualcosa che mi impediva di gustare la vacanza al 100%; solo con il tempo ho capito che quel "qualcosa" era riconducibile al fatto che io andavo in vacanza per "fuggire": fuggire da me stessa, fuggire da una casa che non sentivo mia, fuggire da un lavoro claustrofobico, fuggire dall'ansia.


Queste sensazioni hanno caratterizzato le mie vacanze fino al 2015, quando, con Gino, ho preso e sono partita da sola per la Toscana, destinazione Val di Chiana, ove avevo affittato una casetta per una decina di giorni in un paesino di poche anime abbarbicato su una collina, dal quale si potevano raggiungere in pochi minuti di macchina Montepulciano, Pienza e il lago Trasimeno. 
Sono stati dieci giorni da favola; la casa era meravigliosamente calda ed accogliente, la zona splendida e tranquilla, il cibo ottimo, la gente simpatica e disponibile. Avevo portato con me tante letture che, incredibilmente, sono riuscita a portare a termine; il cellulare non prendeva quasi mai per cui ero anche semi scollegata dal mondo esterno, tanto che, per chiamare i miei, dovevo uscire di casa e spingermi verso il centro del paese.
Quella vacanza mi ha fatto capire che io avevo (ed ho) bisogno di questo per stare bene: tranquillità, pace, silenzio, i miei libri, la compagnia del mio cane, la possibilità di mangiare quello che mi piace, senza dovermi stressare con pasti consumati al volo in aeroporto o dovermi adattare alle usanze di un determinato Paese (io, purtroppo, ho una natura ben poco flessibile per certe cose, e il cibo è una di queste).


Quindi, tornando al tema del post, perchè, dopo il 2015 e dopo la vacanza in Val di Chiana, che è stata più che positiva, ho scelto di trascorrere le ferie a casa?


Molto semplice: perchè mi sono resa conto che, nei dieci giorni in Val di Chiana, ho fatto esattamente quello che avrei fatto a casa, solo che ho pagato almeno 700 euro, e la cosa non mi è parsa molto intelligente.
Insomma, ammettiamolo: sborsare 700 euro o più per fare lunghe passeggiate con il cane (che faccio anche a Gaione), mangiare quello che mangio a casa, stare sdraiata pomeriggi interi a letto a leggere e prendere su la macchina solo per fare qualche giro o per andare a procacciarmi il cibo, non è da furbi.
Sono soldi che potrei risparmiare per spenderli in maniera più "costruttiva".


In fin dei conti, io qui, a Gaione, ho esattamente TUTTO quello che mi serve per stare bene: una casa accogliente, silenziosa, ordinata, circondata dai campi e immersa nel verde; la compagnia preziosa del mio Gino, la possibilità di fare lunghe passeggiate con lui, soprattutto in estate, quando ci sono le carraie asciutte ed agibili; ho le mie cose, la mia frutta, la verdura, la pasta di legumi, il mio frullatore, con il quale trasformare la frutta in golosi dessert, buoni da leccarsi i baffi.
Cosa posso chiedere di più ad una vacanza se non quello che già ho a disposizione, 360 giorni l'anno?


Io le mie ferie le trascorro così, a fare quello che mi piace restando a casa mia, circondata dalle "mie" comodità.
Sono diventata vecchia?
No, sono solo diventata più saggia e ho imparato a conoscere me stessa e le mie necessità.
E di questa presa di coscienza, non posso che andarne fiera!


Alla prossima


Francesca di Sport&Sapori




 

giovedì 2 novembre 2017

Natale in anticipo - Un nuovo amico in cucina

Ieri mattina ho anticipato il Natale e mi sono fatta un regalo: un nuovo e potente frullatore professionale, che è andato a sostituire il baracchino da 200 watt, usato fino ad ora, in quanto divenuto ormai insufficiente per le mie "evolute" necessità.
Per carità, ha sempre svolto il suo dovere in maniera più che dignitosa, regalandomi frullati cremosi e saporiti, ma da quando ho incrementato la quantità di alimenti da frullare ho notato che stava iniziando a tenere il passo a fatica, surriscaldandosi dopo pochi secondi di utilizzo.


 Il mio nuovo amico è un "mostro" di robot da 750 watt, due velocità, sei lame e una caraffa in vetro da 1.5LT, quindi adesso tutti gli alimenti ci stanno comodamente senza bisogno di pigiarli.


Per non parlare del design assolutamente professionale e di questa base rossa che già da sola mi piace da morire!


In questi giorni ho avuto modo di sperimentarlo un paio di volte e devo dire che è tutto un altro pianeta: quello che il "baracchino" faceva in minimo due minuti, questo te lo fa in pochi secondi e te lo fa pure meglio.


Non è stato comunque un acquisto da spendacciona, in quanto, come prezzo, mi sono mantenuta nella gamma economica; ho visto esposti frullatori da 200 euro, dai quali mi sono tenuta ben lontana!


Il frullatore è diventato un elemento indispensabile all'interno della mia cucina, visto che ogni giorno consumo ingenti quantità di frutta e i frullati mi permettono di mangiare tanto e di poter aggiungere anche altri alimenti salutari e nutrienti come la frutta secca, i semi, i cereali in fiocchi e le proteine in polvere.


Il frullato, oltre ad essere buono, nutriente e rapido da preparare, è anche facilmente digeribile, in quanto gli stessi alimenti integri, nella stessa quantità, richiederebbero uno sforzo digestivo nettamente maggiore.


Sono quindi più che soddisfatta del mio acquisto e non vedo l'ora di tornare a casa e di prepararmi un altro cremoso ed appagante frullato!


Alla prossima!


Francesca di Sport&Sapori