martedì 24 ottobre 2017

Il Potere della Visualizzazione - La Maratona di Reggio Emilia

In questo post vorrei parlare della tecnica della visualizzazione e di come essa mi abbia supportata nel raggiungimento di alcuni importanti obbiettivi che mi ero prefissata, sportivi ma prima di tutto personali.




Diciamo subito che la visualizzazione è una pratica adottata in ambito sportivo dalla ormai stragrande maggioranza dei "mentalcoach" che seguono squadre o anche singoli atleti.




In maniera molto semplicistica e senza addentrarsi troppo in spiegazioni teoriche, si può riassumere la visualizzazione come un atto "creativo" in cui la nostra mente letteralmente "plasma" delle immagini, le costruisce nei minimi dettagli, definendo nella maniera il più possibile precisa ogni particolare, per poi "proiettarle" e, appunto, "visualizzarle", in modo da farle proprie, da "metabolizzarle", da "digerirle", allo scopo di tramutare quelle immagini, costruite ad hoc, in realtà.


Attenzione, non si tratta certo di magia, il tutto è molto concreto.




Semplicemente, una volta "digerite" quelle immagini, noi, a livello più o meno conscio, mettiamo in atto dei comportamenti tali da arrivare a realizzare le visulizzazioni create dalla nostra mente.




Giusto per fare un paio di esempi, ed attingendo, come sempre, non da Wikipedia ma dalla mia diretta esperienza, vi posso parlare delle occasioni in cui ho utilizzato la tecnica della visualizzazione in prima persona, sperimentandola su di me, in campo sportivo e privato.




La prima volta che ho utilizzato la visualizzazione è stato nel 2014, quando ho corso la mia prima Maratona, quella di Reggio Emilia.




Mi ero preparata mesi per quell'evento, passando l'estate e l'autunno (la maratona si è tenuta nel mese di dicembre) a correre centinaia di kilometri, in pianura ed in collina, su asfalto e su seterrato, con il caldo e con il freddo, con la luce e con il buio, sotto il sole cocente e sotto la pioggia battente.




Insomma, volevo essere pronta, non lasciare nulla al caso, e quindi mi ero fatta letteralmente un mazzo così!




Qualche giorno prima della gara, ecco sorgere dubbi e dolori immaginari: sarò pronta? Mi sono allenata abbastanza? Ho fatto abbastanza "lunghi"? Cos'è quel dolorino al ginocchio? E questo improvviso risentimento al bicipite femorale? Non mi sarò mica infortunata, proprio adesso!


Ecco, tutta una serie di pensieri di questo tipo che stavano tramutando i giorni mancanti all'evento in una lenta agonia.




Per fortuna, sono stata sufficientemente lucida da mettermi davanti allo specchio e fare due chiacchiere con me stessa.
Okay Francesca, mi sono detta, sei agitata, nervosa e ci sta; in fin dei conti, stai per andare a correre 42km, mica noccioline: si tratta pur sempre di stare sulle gambe per 4 ore ininterrotte, ad essere ottimisti.
Però, cerca di trovare un modo per placare quest' ansia, sennò rischi di mandare a puttane mesi e mesi di dura preparazione.




Così, mi sono messa tranquilla ed ho iniziato a "visualizzare" nella mia testa il giorno della maratona e l'andamento della gara, dall'inizio alla fine, senza tralasciare alcun particolare.
Dal ritiro del pettorale alla fase della vestizione; dallo sparo iniziale al modo in cui avrei affrontato i primi chilometri; ho visualizzato in maniera dettagliata gli indumenti che avrei indossato, gli integratori che avrei consumato, decidendo in anticipo a che punto del percorso li avrei assunti; mi sono vista correre, tranquilla, serena, in mezzo ad altri runner che erano lì, come me, per divertirsi e per fare un qualcosa che ci avrebbe lasciati tutti pieni di emozione.


La mia mente ha creato l'immagine di una Francesca che correva felice, senza un dolore, lucida, fino alla fine, fino al tragaurdo; ho visualizzato con precisione il momento stesso in cui sarei passata sotto al gonfiabile del FINISH e l'assistente di gara mi avrebbe messo al collo la medaglia da FINISHER.




In poche parole, ho letteralmente creato nella mia testa il "film" di quella che sarebbe stata la mia gara e, con questa visualizzazione, domenica 14 dicembre 2014 sono partita alla volta di Reggio Emilia.




Non so se sia stato merito della visualizzazione o se, semplicemente, era destino che andasse così: fatto sta che la mia gara si è svolta ESATTAMENTE come da visualizzazione da me creata.


Ho corso sempre bene, lucida e rilassata, assumendo acqua e cibo al momento giusto, spingendo quando potevo e rallentando quando dovevo; sono arrivata al traguardo senza un dolore, con nelle gambe ancora la voglia e la forza di correre altri chilometri, e ho infilato la testa, con enorme soddisfazione e commozione, nella medaglia che l'assistente di gara mi ha messo al collo.




Come avrete capito, il "film" che la mia testa aveva creato giorni prima, e nel quale mi ero immedesimata, è diventato realtà, si è concretizzato, dal primo all'ultimo dettaglio, in quella fredda mattinata di dicembre, in cui ho chiuso la mia prima maratona in 3h 56', quindi ben oltre le più rosee aspettative.




Nel prossimo post vi parlerò di come, invece, la tecnica della visualizzazione mi sia tornata utile in ambito privato, per raggiungere un importante risultato di salute fisica e stabilità psicologica.




Stay tuned!




Francesca di Sport&Sapori


  




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